venerdì

Un' interminabile festa




La tua vita sarà un'interminabile festa.

Sia il servizio buono
il piatto di tutti i giorni,
la tovaglia ricamata
quella dei giorni comuni;


Nei bicchieri di cristallo
mescerai la semplice acqua,
e con le posate d'argento
servirai l'umile insalata.

E' in te la giornata che accenderà tutte le le altre.
E' tra le tue mani la fiamma che accenderà candela.

La Vita sarà la tua festa
quando il giorno comune
si accenderà della tua voglia di vivere.

Rendi la tua Vita un'interminabile festa.
C. Parisi & S. Stremiz

Rischio



A ridere c'è il rischio di apparire sciocchi;

A piangere c'è il rischio di essere chiamati sentimentali;

A stabilire un contatto con un altro c'è il rischio di farsi coinvolgere;

A mostrare i propri sentimenti c'è il rischio di mostrare il vostro vero io;

A esporre le vostre idee e i vostri sogni c'è il rischio d'essere chiamati ingenui;

Ad amare c'è il rischio di non essere corrisposti;

A vivere c'è il rischio di morire;

A sperare c'è il rischio della disperazione e

A tentare c'è il rischio del fallimento.

Ma bisogna correre i rischi, perché il rischio più grande nella vita è quello di non rischiare nulla.

La persona che non rischia nulla, non è nulla e non diviene nulla. Può evitare la sofferenza e l'angoscia, ma non può imparare a sentire e cambiare e progredire e amare e vivere. Incatenata alle sue certezze, è schiava.

Ha rinunciato alla libertà.

Solo la persona che rischia è veramente libera.

da: "Vivere, Amare, Capirsi" di Leo Buscaglia

domenica

Notte degli errori?





questo post lo dedico in particolare ad una persona che, in questi giorni, si è chiesta che senso abbia stringere le mani di chi non ti ama...


"C'era una volta un uomo che non credeva nel Natale.

Era una persona fedele e generosa con la sua famiglia e corretta nel rapporto con gli altri, però non credeva che Dio si fosse fatto uomo. Era troppo sincero per far vedere una fede che non aveva.

"Mi dispiace molto - disse una volta a sua moglie che era una credente molto fervorosa -però non riesco a capire che Dio si sia fatto uomo; non ha senso per me."

Una notte di Natale, sua moglie e i figli andarono in chiesa per la messa di mezzanotte. Lui non volle accompagnarli.

"Se andassi con voi mi sentirei un ipocrita. Preferisco restare a casa e vi aspetterò."

Poco dopo la famiglia uscì mentre iniziò a nevicare. Si avvicinò alla finestra e vide come il vento soffiava sempre più forte. Tornò alla sua poltrona vicino al fuoco e cominciò a leggere un giornale. Poco dopo venne interrotto da un rumore, seguito da un altro e subito da altri. Pensò che qualcuno stesse tirando delle palle di neve sulla finestra della sala da pranzo.

Uscì per andare a vedere e vide alcuni passerotti feriti, buttati sulla neve.

La tormenta li aveva colti di sorpresa e, per la disperazione di trovare un rifugio, avevano cercato inutilmente di attraversare i vetri della finestra.

"Non posso permettere che queste povere creature muoiano di freddo... però come posso aiutarle?"

Pensò che la stalla sarebbe stato un buon rifugio; velocemente si mise la giacca, gli stivali di gomma e camminò sulla neve fino ad arrivare nella stalla. Spalancò le porte e accese la luce. Però i passerotti non entrarono.

"Forse il cibo li attirerà" pensò. Tornò a casa per prendere delle briciole di pane e le disseminò sulla neve facendo un piccolo cammino fino alla stalla.

Ma si meravigliò nel vedere che gli uccelli ignoravano le briciole e continuavano a muovere le ali disperatamente sulla neve. Cercò di spingerli in stalla camminando intorno a loro e agitando le braccia. Ma i passerotti volarono da tutte le parti, meno che verso il caldo rifugio.

"Mi vedono come un estraneo che fa paura - pensò - e non mi viene in mente nulla perché possano fidarsi di me... Se solo potessi trasformarmi in passero per pochi minuti, forse riuscirei a salvarli".

In quel momento le campane della chiesa cominciarono a suonare.

L'uomo restò immobile, in silenzio, ascoltando il suono gioioso che annunciava il Natale.

Allora si inginocchiò sulla neve: "Ora capisco Signore - sussurrò - perché Tu hai voluto farti uomo!"