"...ma a volte, proprio nel momento in cui tutto ci sembra perduto, giunge il messaggio che ci può salvare: abbiamo bussato a porte che davano sul nulla; e nella sola per cui si può entrare, e che avremmo cercata invano cent’anni, urtiamo inavvertitamente ed essa s’apre”
"Non penso a tutti i sofferenti, ma al bello che ancora rimane. In questo sono molto diversa dalla mamma, che a chi è di cattivo umore consiglia: Pensa alle miserie che ci sono al mondo, e sii felice che tu non soffri! Io invece vi consiglio: Va fuori, al sole, nei campi, a contatto con la natura, va fuori e cerca di trovare la felicità in te e in Dio. Pensa al bello che c'è ancora in te e attorno a te e sii felice!"
Sono parole di speranza da parte di chi ha vissuto sulla propria pelle le bestialità del nazismo.
Questa è una canzone di Vecchioni che voglio condividere con voi. Racconta di una musica che si può sentire solo quando è... troppo tardi per fare altro. Può sembrare triste ma secondo me, come per tutte le cose, basta vederla da un altro punto di vista e non è più un testo che parla di morte bensì della vita, della gioia. E' un invito a non rimandare a domani e a vivere ogni istante.
Carpe diem!
Arriverà che fumo o che do l'acqua ai fiori, o che ti ho appena detto: "scendo, porto il cane fuori", che avrò una mezza fetta di torta in bocca, o la saliva di un bacio appena dato, arriverà, lo farà così in fretta che non sarò neanche emozionato... Arriverà che dormo o sogno, o piscio o mentre sto guidando, la sentirò benissimo suonare mentre sbando, e non potrò confonderla con niente, perché ha un suono maledettamente eterno: e poi si sente quella volta sola la viola d'inverno. Bello è che non sei mai preparato, che tanto capita sempre agli altri, vivere in fondo è scontato che non t'immagini mai che basti e resta indietro sempre un discorso e resta indietro sempre un rimorso... E non potrò parlarti, strizzarti l'occhio, non potrò farti segni, tutto questo è vietato da inscrutabili disegni, e tu ti chiederai che cosa vuole dire tutto quell'improvviso starti intorno perché tu non potrai, non la potrai sentire la mia viola d'inverno. E allora penserò che niente ha avuto senso a parte questo averti amata, amata in così poco tempo; e che il mondo non vale un tuo sorriso, e nessuna canzone è più grande di un tuo giorno e che si tenga il resto, me compreso, la viola d'inverno. E dopo aver diviso tutto: la rabbia, i figli, lo schifo e il volo, questa è davvero l'unica cosa che devo proprio fare da solo e dopo aver diviso tutto neanche ti avverto che vado via, ma non mi dire pure stavolta che faccio di testa mia: tienila stretta la testa mia.
In questo blog, non c'è la ricetta della Felicità... Io, come te, ho tra le mani soltanto alcuni degli ingredienti necessari e, spesso, senza neppure rendermene conto.
Di questi, non ho nemmeno la certezza di possederne le giuste quantità...
Altri ancora ne mancano...
Forse, insieme, possiamo completarla...
Ricordando che la Felicità non è una mèta di arrivo... ma un modo di viaggiare!